La bellezza ch’io vidi si trasmoda
non pur di là da noi, ma certo io credo
che solo il suo fattor tutta la goda.
vv. 19-21
Scomparsi alla vista dei due pellegrini celesti il punto luminoso e i nove cerchi angelici ruotanti intorno ad esso, il Poeta si volge di nuovo a guardare Beatrice: la bellezza della donna è tale che egli si sente incapace di descriverla. Riprendendo a parlare, Beatrice rivela al discepolo che essi non si trovano più nel Primo Mobile, l’ultimo dei nove Cieli, ma sono ascesi all’Empireo. Qui ha la sua sede Dio e godono l’eterna beatitudine le due “milizie” del cielo, quella degli angeli e quella dei beati, questi ultimi con lo stesso aspetto che avranno nel giorno del Giudizio Universale, allorché ciascuno riprenderà il proprio corpo. Dopo essere rimasto abbagliato dallo splendore dell’Empireo, il Poeta si accorge che i suoli occhi sono diventati capaci di sopportare anche la luce più fulgida. Dapprima Dante osserva un fiume di luce che scorre tra due rive fiorite. Dal fiume escono innumerevoli faville che, dopo essersi posate sui fiori, ritornano nel “miro gurge” dal quale erano uscite. Questa visione, spiega Beatrice, è solo un “umbrifero prefazio” di ciò che accade realmente e che Dante, per le sue deboli capacità umane, non può cogliere nella sua integrità. Allorché il suo sguardo prende nuovo vigore, il Poeta vede che quel fiume di luce ha assunto una forma circolare e che i fiori non erano altro che i beati e le faville gli angeli. La visione diventa sempre più chiara: l’Empireo ha la forma di un grande anfiteatro, i cui seggi sono occupati dai Santi. Su un seggio vuoto Dante scorge una corona: quello, commenta Beatrice, è il posto riservato ad Arrigo VII, l’imperatore che tenterà, inutilmente, di porre termine alle lotte politiche che tormentano l’Italia e che troverà nel pontefice Clemente V il suo più fiero avversario.
La Bellezza evocata da Dante, a Ravenna, trova una sua rappresentazione somma nella Chiesa di San Vitale. Questa è una delle Chiese più belle del mondo. Lo splendore di mosaici, colonne, marmi, architetture, affreschi, prospettive, volumi, fa di questa Chiesa uno straordinario esempio di manifestazione immanente della Bellezza, evocatrice della Bellezza Celeste a cui aspirare.
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Lettura del Canto
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