Inferno Canto XXI

Inferno 21

usciron quei di sotto al ponticello,
e volser contra lui tutt’ i runcigli;
ma el gridò: «Nessun di voi sia fello!

vv. 70-72

I due pellegrini giungono sul ponte che scavalca la quinta Bolgia dell’ottavo Cerchio, straordinariamente buia a causa della pece bollente che ne occupa il fondo, nella quale sono immersi i barattieri, coloro cioè che fecero commercio dei pubblici uffici. Mentre Dante è intento a guardare in basso, sopraggiunge veloce un diavolo getta dall’alto del ponte, nella pece, uno degli «anziani» di Santa Zita (del Comune di Lucca) di Lucca, città nella quale, a suo dire, tutti sono barattieri. Il dannato, dopo il tuffo violento, viene a galla, ma i custodi della bolgia, i Malebranche, lo costringono ad immergersi nuovamente. A questo punto Virgilio, dopo aver fatto nascondere Dante dietro una roccia, si dirige verso i diavoli e fa presente al loro capo, Malacoda, che il viaggio intrapreso da lui e dal suo discepolo è voluto dal cielo, poi invita Dante ad uscire dal suo nascondiglio. Alla sua vista i Malebranche tentano di uncinarlo. Occorre che Malacoda faccia ricorso a tutta la sua autorità perché desistano dal loro proposito. Malacoda fornisce quindi a Virgilio indicazioni riguardo allo scoglio che porta alla sesta Bolgia e del fatto che, essendo crollato, su quest’ultima ci sia un ponte. Dà poi loro, come scorta, un gruppo di dieci suoi sottoposti, comandati da Barbariccia. I dieci diavoli si mettono in fila e si rivolgono a Barbariccia stringendo la lingua tra i denti, al che Barbariccia, con uno sconcio rumore dal sedere, impartisce loro l’ordine della partenza.

Questo Canto è stato adottato da Ordo Saraghinae

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Lettura del Canto

Il Canto viene letto da Felice Samorè