essa è la luce etterna di Sigieri,
che, leggendo nel Vico de li Strami,
silogizzò invidïosi veri»
vv. 136-138
Dante e Beatrice ascendono al quarto Cielo, quello del Sole, dove godono l’eterna beatitudine gli spiriti sapienti. Dodici di essi, danzando, si dispongono a corona intorno al Poeta e alla sua guida, mentre il loro gaudio è espresso non solo dalla luce intensissima che irradiano, ma anche dal canto che accompagna ogni loro movimento. È un trionfo di splendore e di amore che colma di estatico rapimento l’anima di Dante, il quale si immerge nella contemplazione di Dio. Da una di quelle luci si alza una voce che si dichiara pronta a soddisfare ogni desiderio del Poeta. È il domenicano San Tommaso d’Aquino, il quale condanna l’attuale corruzione morale dell’ordine di San Domenico. Egli rivela poi i nomi dei suoi dodici compagni, mettendo brevemente in rilievo le caratteristiche dell’opera di ciascuno. Lo spirito alla sua destra è il suo maestro Alberto Magno, quindi presenta Francesco Graziano, che distinse tra legge divina e legge umana, Pietro Lombardo e Salomone, rispetto al quale nessuno fu più sapiente. Il beato indica poi Dionigi l’Areopagita, autore di un’opera sull’angelologia, Paolo Orosio, la cui opera storica aiutò sant’Agostino e Severino Boezio, la cui opera spiega la fallacia del mondo. Gli altri spiriti della corona sono Isidoro di Siviglia, Beda il Venerabile e Riccardo di San Vittore, mentre l’ultimo beato alla sinistra di Tommaso è Sigieri di Brabante, un pensatore averroistico, che insegnò filosofia a Parigi e suscitando invidia contro di lui.
Palazzo Corradini è la struttura di riferimento per studenti, docenti e ricercatori del Dipartimento di beni culturali e dei Corsi di laurea delle Scuole, presenti a Ravenna, di Giurisprudenza, Ingegneria e Architettura, Lettere e Beni culturali, Medicina e Chirurgia, Scienze (Tecnologie e diagnostica per la conservazione e il restauro dei beni culturali e Science for the conservation – restoration of cultural heritage) e Scienze politiche. Dante incontra Sigieri di Brabante che fu filosofo, Docente all’’Università della Sorbona, a Parigi (citata come “Vico de li Strami” dalla paglia su cui sedevano gli studenti), nel Paradiso, tra gli spiriti sapienti, pur essendo egli stato accusato di eresia come seguace di Averroé. Le sue elaborazioni filosofiche intorno al dualismo fede e ragione, assai moderne, dovevano apparire alquanto suggestive per il Poeta che, come noto, invita a seguire virtute e canoscenza.
Questo Canto è stato adottato da Associazione Culturale Ravenna Centro Storico RCS
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Risorse Disponibili
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- Testo integrale del Canto
- Racconto del Canto per bambini dai 5 ai 100 anni
Lettura del Canto
Il Canto viene letto da Luigi Marchi