Paradiso Canto XXI

Paradiso 21

In quel loco fu’ io Pietro Damiano,
e Pietro Peccator fu’ ne la casa
di Nostra Donna in sul lito adriano.

vv. 121-123

L’ascesa al Cielo di Saturno, il settimo, quello degli spiriti contemplanti, avviene subito dopo che l’aquila formata dalle anime dei giusti ha terminato il suo discorso sulla predestinazione. Per la prima volta Beatrice non rivela con il suo sorriso l’avvenuto passaggio ad un cielo superiore, perché la potenza di tale sorriso avrebbe abbagliato Dante. Nel settimo Cielo appare una scala luminosa, la cui cima sembra toccare l’Empireo. Le anime contemplanti scendono e salgono con ritmo incessante. Una di esse si ferma accanto al Poeta e gli rivolge la parola, invitandolo a manifestare il desiderio che occupa il suo animo. Due cose vorrebbe sapere Dante: perché proprio questo spirito si è fermato accanto a lui e perché in questo cielo i beati non innalzano alcun canto. Non solo nessuna mente umana, risponde lo spirito interrogato, ma nessuna anima beata e neppure i Serafini, la gerarchia angelica più vicina a Dio, potranno mai spiegare i motivi che guidano il Creatore nella sua azione. Nessuno, quindi, potrà mai sapere perché solo determinate anime sono destinate a parlare con il pellegrino. Quanto al silenzio dei beati di Saturno, essi tacciono per lo stesso motivo per cui Beatrice non ha sorriso, per non sopraffare le facoltà umane di Dante. Ad una nuova domanda del Poeta, lo Spirito rivela di essere San Pier Damiano. Parla poi della propria vita, che trascorse in solitudine ed in contemplazione nell’eremo camaldolese di Fonte Avellana, finché fu nominato cardinale e costretto a ritornare nel mondo. San Pier Damiano lancia una dura invettiva contro la decadenza degli ordini monastici e la corruzione della Chiesa. Tutti i beati del settimo cielo rispondono con un altissimo grido per manifestare il loro plauso.

Santa Maria in Porto

La Basilica di Santa Maria in Porto in Città fu costruita dal 1554 al 1557 dai Canonici Lateranensi ed ereditò funzione e privilegi della Chiesa di Santa Maria in Porto Fuori, che era la Casa di Nostra donna sul Lido Adriano citata da Dante. Quest’ultima fu distrutta, insieme ai suoi affreschi trecenteschi di Scuola Riminese del 1300, da un bombardamento aereo il 5 novembre 1944 e fu ricostruita nel dopoguerra. Nella Chiesa ricostruita di Porto Fuori vi è ancora il Sarcofago di Pietro degli Onesti, che si autodefiniva “Pietro Peccatore”. Siccome anche San Pier Damiano, a cui si riferisce la terzina, si firmava “Pietro Peccatore”, la maggioranza dei commentatori ipotizza che Dante abbia confuso i due personaggi. Per altri la terzina distingue i due personaggi e scrivono “fu” senza l’apostrofo. Nella Basilica di S. Maria in Porto in Città i Canonici portarono il bassorilievo della Madonna Greca, una delle immagini Mariane protettrici della Città e verosimilmente una delle tre immagini Mariane che ispirarono la splendida orazione alla Vergine che San Bernardo pronuncia nell’ultimo canto del Paradiso. Le altre due erano quella della Basilica Metropolitana, oggi conservata nel Museo Arcivescovile, e quella, scomparsa, in Santa Maria Maggiore.

Santa Maria in Porto

Questo Canto è stato adottato da Dott. Silvio Gambi

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Risorse Disponibili

Lettura del Canto

Il Canto viene letto da Patrizia Ravagli