Inferno Canto XI

Inferno 11

ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio
d’un grand’ avello, ov’io vidi una scritta
che dicea: ANASTASIO PAPA GUARDO,
LO QUAL TRASSE FOTIN DE LA VIA DRITTA.

vv. 6-9

Dall’orlo del sesto Cerchio proviene un’insopportabile puzza e Dante e Virgilio si riparano dietro il coperchio di un sarcofago particolarmente grande, nel quale sono puniti gli eretici monofisiti, sul quale una scritta indica lo straordinario peccatore che vi è racchiuso: il Papa Anastasio II. Virgilio spiega Dante come è strutturata la zona più profonda dell’inferno; il settimo Cerchio è quello destinato ai violenti, suddivisi in tre Gironi: i violenti contro il prossimo, i violenti contro sé stessi e i violenti contro Dio. L’ottavo Cerchio punisce i fraudolenti contro chi non si fida, ed è suddiviso in 10 Bolge, perché 10 sono i modi con cui si può frodare il prossimo; infine il nono Cerchio, il più vicino a Lucifero e il più lontano da Dio, è dei dannati peggiori, i fraudolenti contro chi si fida (i traditori), divisi in quattro Gruppi o Zone. Fuori dalla città di Dite sono i dannati colpevoli di incontinenza, la meno grave delle colpe. Dante ha ancora un dubbio: perché l’usura è un’offesa a Dio? Virgilio spiega che la risposta è contenuta nella filosofia di Aristotele e nella Sacra Scrittura: è contro natura chi produce ricchezza non con il proprio lavoro ma speculando del denaro. Ormai è tempo di riprendere il cammino, perché sta spuntando l’alba all’orizzonte.

Questo Canto è stato adottato da Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

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Lettura del Canto

Il Canto viene letto da Andrea Chaves