Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
vv. 103-105
All’ingresso del secondo Cerchio dell’Inferno, Dante trova Minosse, che giudica le colpe delle anime facendole poi precipitare nel cerchio corrispondente al peccato, arrotolando la coda tante volte quanti sono i gironi da scendere. Vengono descritti il buio e il vento che fanno roteare le anime nel Girone. Il vento le trascina in lunga fila e Virgilio gli mostra alcune anime illustri. Dante è però attirato da due anime, un uomo e una donna, che, a differenza delle altre, volano unite. Il Poeta si rivolge a loro cortesemente ed esse, come colombe, escono dalla loro schiera e si accostano. La donna narra il proprio dramma mentre l’uomo tace. Sono Francesca Da Polenta da Ravenna, moglie di Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, e Paolo, cognato e amante della donna, entrambi uccisi dallo stesso Gianciotto. Dante è turbato vuole capire le circostanze dell’episodio. Francesca racconta che un giorno lei e Paolo stavano leggendo le gesta di Lancillotto e, quando lessero il passo in cui il cavaliere bacia Ginevra, Paolo baciò Francesca. Alle parole di Francesca e al pianto di Paolo, Dante perde i sensi.
La casa detta “dei Polentani” è un edificio le cui origini risalgono al 1300, l’ultima superstite nella zona di Ravenna in cui vi erano le Case Grandi della nobile famiglia che fu signora di Ravenna. Viene detta anche “Casa di Francesca” a ricordo e memoria del celebre Canto, che racconta con commozione la vicenda di Francesca da Polenta.
Questo Canto è stato adottato da Famiglia Fabbri Gardini
Per un approfondimento della Casa detta dei Polentani
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Risorse Disponibili
- Collocazione del Canto nella cosmologia Dantesca
- Testo integrale del Canto
- Racconto del Canto per bambini dai 5 ai 100 anni
Lettura del Canto
Il Canto viene letto da Andrea Chaves