Purgatorio Canto VIII

Purgatorio 8

Era già l’ora che volge il disio
ai navicanti e ‘ntenerisce il core,
lo dì c’han detto ai dolci amici addio;

vv. 1-3

Il Canto si apre con le due giustamente celeberrime terzine che descrivono il tramonto, l’ora in cui i viaggiatori sentono una stretta al cuore per la nostalgia di casa, specie quando ascoltano il suono delle campane della Compieta. Una delle anime della “valletta fiorita” intona l’inno «Te lucis ante terminum», seguita da tutte le altre, che volgono gli occhi verso il cielo. Dante, seguendo quello sguardo, scorge due angeli splendenti che vanno verso l’orlo della valle, con spade fiammeggianti prive di punta. Sordello, spiega ai due pellegrini che essi provengono dal Cielo per difendere quel gruppo di penitenti dall’assalto del demonio, che fra poco li tenterà e invita Dante e Virgilio a scendere in mezzo ai prìncipi. Un’anima osserva il Poeta: è il giudice pisano Nino Visconti, al quale fu legato da amicizia. Dante rivela di essere ancora vivo, suscitando lo stupore di tutte le anime, mentre Nino invita uno dei principi ad avvicinarsi per osservare da vicino quel prodigio. Poi, rivolto all’amico, lo prega di ricordarlo alla figlia Giovanna, dal momento che troppo presto la moglie si è dimenticata di lui, passando a seconde nozze. Sordello indica a Virgilio il serpente tentatore che avanza nella valle, ma i due angeli, calando come sparvieri, lo mettono in fuga. Parla poi l’ombra che Nino aveva chiamato accanto a sé. È Corrado Malaspina, signore della Lunigiana, che chiede notizie della sua famiglia, offrendo a Dante l’occasione di esaltarne la liberalità e la prodezza. Il canto si chiude con la solenne profezia dell’esilio del Poeta fatta dal Malaspina.

Casa Dante si trova nell’edificio storicamente noto come Casa Fabri-Farini, una dimora trecentesca con corte e giardino, di fronte al Quadrarco di Braccioforte, accanto alla Tomba di Dante, ai Chiostri Francescani e al Museo Dante: un luogo prestigioso che estende autorevolmente la Zona del Silenzio che abbraccia la concreta memoria del Poeta, rappresentandone una continuazione ideale.

I tre celeberrimi versi con i quali inizia il Canto associato a questo luogo, in cui Dante descrive il tramonto e la nostalgia che esso suscita nel ricordo dei dolci amici, invitano a riflettere sullo stato d’animo del Poeta, esule dalle propria Patria e richiamano sia la dedica della lapide posta alla base della piccola torre che sorregge la campana donata da vari Comuni d’Italia, che ogni giorno, al calar della sera, scandisce tredici rintocchi per ricordare il giorno della sua morte, sia l’evento della “Recita Perpetua” che si svolge quotidianamente al tramonto davanti alla sua Tomba , che ha gli stessi versi come didascalia.

Casa Dante prevede un’area espositiva complementare al Museo, una libreria, un’area commerciale qualitativamente selezionata e un’area di meditazione concepita come sosta, lettura e riflessione sull’influenza e sul riverbero che l’opera di Dante ha e avrà per guidarci ad un nuovo umanesimo.

Questo Canto è stato adottato da Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

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Lettura del Canto

Il Canto viene letto da Andrea Chaves